Botte e inseguimento, arrestati 3 giovani

 

 

 

 Li hanno scoperti mentre uscivano dal giardino della loro casa, hanno tentato di fermarli e sono stati anche picchiati. Poi li hanno inseguiti a lungo, senza riuscire a fermarli. Ci ha pensato la polizia, intervenuta sollecitamente sul posto, ad arrestare tre giovani in flagranza di reato per rapina impropria e lesioni aggravate in concorso. I tre, tutti di nazionalità italiana, Luis Davide Pollutri, ventenne, Irfan Neziri, (19), e Gaetano Ferrigno, anch’egli diciannovenne, sono abruzzesi. I due residenti, padre e figlio, credevano che i ladri avessero fatto visita alla loro abitazione. In realtà, avevano messo a soqquadro la casa dei vicini. Alle 11.55 è scattato l’allarme, con una telefonata alla sala operativa del 113 da parte di una cittadina (la vicina, appunto) che ha segnalato un furto nella sua abitazione in località San Giuliano. Personale della squadra mobile e della squadra volante si è portata sul posto. I poliziotti della Mobile hanno fermato due ragazzi in evidente stato di affanno seduti su un muretto, i quali erano stati inseguiti da alcuni cittadini. Nel frangente personale della Volante ha fermato il terzo ragazzo. I due inseguitori, padre e figlio, hanno spiegato ai poliziotti che mentre stavano fermando i giovani questi li hanno colpiti più volte con calci e pugni, per poi proseguire la loro fuga. I due, ricorsi alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore, hanno avuto 21 e 15 giorni di prognosi. L’abitazione dove i tre avevano messo a segno il furto è stata messa a soqquadro ed è stata fortemente danneggiata per smurare la cassaforte. Una parte della refurtiva è stata consegnata dai tre, altra è stata trovata dagli agenti dopo la perquisizione ed altra ancora era nascosta in un borsone nero, abbandonato dai malviventi durante la fuga e rinvenuto dagli agenti in un campo adiacente l’abitazione. I tre hanno precedenti di polizia per reati contro la persona e reati contro il patrimonio. Uno dei tre, sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza, aveva avuto un permesso per recarsi all’Aquila per presenziare a un dibattimento a suo carico, mentre un secondo arrestato era stato affidato alla Comunità “Casa Famiglia”, che si trova proprio in via Madonna Fore all’Aquila, nel corso di un programma di recupero emesso dal Tribunale per i minorenni. I tre, su disposizione dell’autorità giudiziaria, ora sono stati rinchiusi nel carcere Costarelle dell’Aquila.


 



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