Tutti d’accordo sulla nuova seggiovia ma la stagione invernale è a rischio

 

 

 

L’intervento di sostituzione della seggiovia quadriposto delle Fontari, le risorse a disposizione per gli investimenti in infrastrutture turistiche dell’intera area, ma anche il nuovo assetto dell’Ente Parco Gran Sasso, posto che il presidente Arturo Diaconale lascerà l’incarico entro il 9 luglio prossimo. Questi i temi del confronto all’hotel Castello che, ieri pomeriggio, ha visto la partecipazione di istituzioni, sodalizi e soggetti interessati ai progetti di rilancio dell’area di Campo Imperatore. Il punto di partenza è la fase di stallo sui lavori di sostituzione della seggiovia delle Fontari, alla luce del parere scientifico dell’Ente parco. Una relazione che rischia di compromettere l’iter burocratico necessario alle autorizzazioni. Mentre la palla è già passata ai rappresentanti regionali, Arturo Diaconale si affretta a dire che «una cosa è il parere scientifico, altra cosa è l’indirizzo politico che l’ente che rappresento dovrebbe dare a questa iniziativa. Se da una parte è giusto preservare la flora e la fauna», aggiunge prendendo la parola quasi per primo, «all’interno di un’area protetta, dall’altro è importante considerare che aree colpite dal terremoto hanno bisogno di progetti volti al rilancio. È giusto che tutte le forze in campo non si lascino scappare questa opportunità, anche perché non si tratta di una realizzazione ex novo, ma di una sostituzione di una seggiovia esistente».

INTERVISTA A DIACONALE E CORDESCHI:

La preoccupazione degli addetti ai lavori è forte, in sala maestri da sci come Luigi Faccia oppure albergatori come Ada Fiordigigli, moderatrice del tavolo di confronto. «L’importanza di questo impianto per tutto il comprensorio è enorme», valuta Marco Cordeschi, direttore del Centro turistico Gran Sasso, in sala insieme al presidente del Ctgs Umberto Beomonte Zobel «considerando i problemi dell’impianto esistente. Disguidi continui mettono a rischio le potenzialità turistiche della zona. Il parere tecnico parte, forse, da una errata interpretazione della norma. Bisogna considerare che, dove le aree protette sono antropizzate, è giusto facilitare la realizzazione di infrastrutture a servizio dell’uomo».

INTERVISTA A LUIGI FACCIA:

Un concetto ribadito anche dal sindaco Massimo Cialente. «Non abbiamo a che fare con lo Yellowstone», spiega «ma con un parco che dovrebbe essere attrezzato a ricevere i turisti di ogni età. Le poche famiglie che vengono da noi a passare la settimana bianca si trovano a non avere alternative allo sci. È un vero peccato considerando che i 15 milioni già stanziati per il rilancio economico e produttivo, propedeutico alla privatizzazione degli impianti, sono destinati a raddoppiare grazie ad altri finanziamenti provenienti in parte da fondi regionali – 5 milioni – e in parte dalla rimodulazione di un plafond di 17 milioni che in questo momento è gestito dal responsabile Usra Raniero Fabrizi». All’incontro si è parlato anche di progetti di rilancio di aree come quella del “Vasto”, per valorizzare le enormi potenzialità in relazione al turismo religioso, ma anche sportivo (piste ciclabili e campi da calcio). Di fatto – è stato ricordato – anche sul Monte Bianco esistono installazioni a quota 3mila metri. Infine c'è stato uno scambio di vedute sul nuovo presidente del Parco. Per il primo cittadino l'auspicio è che si scelga una figura condivisa dal basso, ma Luciano D'Alfonso sarebbe già pronto a presentare al ministro Galletti un nome, senza troppo ascoltare gli enti locali interessati. Il nome è quello di Walter Mazzitti che è già stato presidente del Parco.

- da Il Centro -

 



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