Salviamo Paganica: "frazioni dimenticate"

Nei giorni scorsi, un cornicione di pietra scolpito a mano è venuto giù da un palazzo storico di Paganica, quello che per anni ha ospitato la sede comunale di Paganica». A intervenire sul crollo del cornicione è la onlus «Salviamo Paganica», che aggiunge: «Detto palazzo si affaccia sulla piazza che è stata messa in sicurezza e strappata all’enorme perimetro in regime di “zona rossa” che ancora avvolge il nostro martoriato centro storico in qualche modo ancora frequentato. Episodio ancora più strano visto che un evento del genere poteva essere addirittura prevedibile, perché non occorre l’occhio allenato di un ingegnere per capire che quel puntellamento è stato realizzato male e che il graduale e inesorabile deterioramento di quell’edificio era sotto gli occhi di tutti, tra l’ilarità e la rabbia dei cittadini di Paganica. L’ ex sede della delegazione sta crollando sulle teste dei cittadini di Paganica! E pensare che appena alcuni giorni prima la nostra comunità, armata solo di tanti buoni propositi, aveva affollato la tanto amata piazza Umberto I per i festeggiamenti del Natale, con tanto di tensostruttura riscaldata per la celebrazione della messa. Per rivivere i luoghi a noi più cari, si era detto! Il tutto mentre l’amministrazione comunale era impegnata ad allestire le luminarie nel centro storico dell’Aquila, a illuminare le gru dei tanti cantieri che svettano sulla città, nonché i piloni della funivia del Gran Sasso. Illuminare, non potrebbe essere che questa la parola d’ordine di un’amministrazione di “illuminati”! Beati voi, perché a Paganica, come nelle altre sventurate frazioni del comune dell’Aquila le gru non sono state illuminate, le gru proprio non si vedono. Eppure sono alte, se ci fossero dovrebbero vedersi! Ora, per tornare alla questione dell’ex sede comunale», continua l’associazione, «la nostra preoccupazione è che, a fronte di una messa in sicurezza fatta male (le implacabili leggi della fisica ci dicono che lo stato di salute di quell’edificio in futuro potrà solo continuare a peggiorare), possano verificarsi altri crolli. E siamo preoccupati per il fatto che, visto che nessun cantiere è previsto su quell’aggregato da oggi a qualche anno almeno, il futuro possa regalarci altre sgradite sorprese, una su tutte il ritorno della zona rossa sulla piazza di Paganica. Sai che primato, i primi del “cratere” che dopo anni dal terremoto invece di vedere aumentare la fruibilità dei propri angoli di centro storico vedono la zona rossa guadagnare terreno! Sui mass-media appaiono quotidianamente le notizie di cantieri riconsegnati alla città dell’Aquila. “Un altro pezzo di centro storico torna al suo antico splendore”, è il mantra; “lavori per milioni di euro”. A Paganica, invece, ci vediamo costretti a uscire noi a mezzo stampa per palesare al mondo episodi vergognosi come quello in questione. Autodenunciamo la nostra vergogna», conclude la nota della onlus Salviamo Paganica, «la disparità di trattamento tra le frazioni e la città dell’Aquila».

 



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