Dagli Emirati Arabi arriva un nuovo veicolo a guida autonoma per sorvegliare le strade

 

 

 

Dubai sarà la prima città al mondo ad utilizzare a partire dalla fine del 2017 l’auto-robot O-R3 per pattugliare le strade della città e, tramite la tecnologia di riconoscimento facciale, identificare eventuali criminali.

Le dimensioni di questi veicoli sono decisamente compatte in modo che possano muoversi sia lungo le strade che sui percorsi pedonali in maniera del tutto autonoma. Integrato in queste vetture troviamo un sistema di fotocamere capace di scansionare i volti dei pedoni e segnalare oggetti o situazioni sospette. I dati biometrici raccolti vengono confrontati con quelli presenti all’interno di un database che contiene i volti dei criminali conosciuti e ricercati, con la possibilità di avvisare il centro di comando della polizia nel caso ci sia la necessità di compiere controlli più approfonditi.

Collegato con la centrale operativa è anche il drone che può essere lanciato autonomamente dal retro della vettura per seguire in maniera dettagliata dall’alto l’evoluzione di eventuali atti criminali. Dotata di una telecamera termica ad alta definizione e di scanner laser che permettono una sorveglianza a 360 gradi, l’apparecchiatura è in grado anche di ricaricarsi autonomamente garantendo quindi una protezione lungo le strade di Dubai di 24 ore al giorno, sette giorni su sette.


L’obiettivo di Dubai è quello di rendere meccanizzata il 25% della polizia entro il 2030, un progetto all’avanguardia che dimostra ancora una volta come gli Emirati Arabi siano in prima linea per l’utilizzo di nuove tecnologie. Tra le altre innovazioni in arrivo nella città ricordiamo Ehang 184, uno speciale quadricottero utilizzato per facilitare i soccorsi o semplicemente per velocizzare gli spostamenti.
In termini di ausilio alla sicurezza i vantaggi di queste auto sono molti: la polizia di Dubai può sfruttare la tecnologia per avere più “occhi” all’interno del perimetro della città e inoltre le pattuglie robotiche non hanno limiti di tempo e orario, e non hanno una famiglia da cui recarsi a fine turno. Possono compiere percorsi molto più lunghi e senza soste e possono offrire alle unità “in carne ed ossa” un supporto importante per l’analisi di quello che succede sul territorio e sul riconoscimento di ricercati o soggetti pericolosi.

Fonte: Il sole 24 ore
 

 



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