Chiesa di S. Maria Assunta, inestimabile valore artistico, culturale, storico e architettonico
Posted by Antonio Giampaoli | 2017-04-17 | Commenti: 0 | Letto 2023 volte
Assergi possiede un edificio di culto cristiano di inestimabile valore artistico, culturale, storico e architettonico: la Chiesa di Santa Maria Assunta in piazza S. Franco, costruita intorno al 1150, un gioiello di architettura romanica del XII secolo, mentre la facciata ha un portone e un rosone costruito in stile gotico. Secoli di storia l'hanno attraversata, la mano dell'uomo l'ha plasmata, decorata, arricchita di preziosissimi lavori che le hanno dato quella bellezza artistica che si conserva (in parte) tuttora.
Tanto è stato scritto e da tanti autori su quest'opera che è forse la più rappresentativa per Assergi, ma nessuno come don Demetrio, che ho avuto la fortuna di conoscere, è stato così incisivo e determinante nel fare piena luce con la sua personale e minuziosa ricerca dei particolari, con la sua scrittura dettagliata sulla chiesa di S. Maria Assunta. Don Demetrio, che come tutti sanno fu parroco in Assergi e che curò di persona i restauri dell'edificio, scrisse il libro " Assergi e S. Franco ", 439 pagine con bellissime fotografie in bianco e nero in appendice, che parla della storia di Assergi e della chiesa, di S. Franco protettore.
Prima di chiudere, vorrei citare il secondo paragrafo a pag.180 del libro, riguardante la partecipazione di don Demetrio ai lavori di restauro della chiesa:
"Il nuovo pavimento corrisponde alle istruzioni del Soprintendente prof. Guglielmo Mattiae che, in data 15 dicembre 1964, mi scriveva tra l'altro: < Per quanto riguarda la costruzione del pavimento si precisa fin da ora che l'opera dovrà essere realizzata con mattoni in cotto rettificati dalle fornaci Impruneta o di tipo analogo, riquadrati con marmo grezzo alla superficie di Vigliano o di Trani" >.
Demetrio Gianfrancesco, 1980.
Assergi - Chiesa di S.Maria Assunta. |
Dal libro "Assergi e S. Franco Eremita del Gran Sasso" di Demetrio Gianfrancesco, che, come dice l'autore nella sua premessa a pag. 9, ha visto la luce nel 1967 ed è stato finito di stampare nel settembre del 1980, ecco l'autorevole descrizione della chiesa di S. Maria Assunta.
La Chiesa e l’Arte
Rimosso il cancello di ferro, è stato restituito l’arco all’ingresso della cripta, la cui scalinata si è accresciuta di quattro gradini, in seguito al ritrovamento del piano del vecchio pavimento dell’aula, che era stato interrato fin quasi a livello del presbiterio (presbiterio deriva da presbitero, ed è un termine liturgico e architettonico per indicare la parte della chiesa riservata al clero officiante).
Schema di presbiterio. |
Contiene l'altare se presente, o l'altare maggiore se ve ne è più d'uno, forse in occasione della urgente apertura delle sei tombe della chiesa dopo la peste del 1656. Il pavimento è stato rinnovato ad imitazione di quello preesistente, trovato in pessime condizioni, fatto di calce rossiccia per mattone pesto.
Forse verso il 1446, cioè qualche anno dopo che la porta era già in opera, fu eseguito lo splendido rosone gotico, dove è chiaro l’intervento delle maestranze aquilane educate alla scuola di Collemaggio. Esso somiglia ad altri due rosoni gemelli, uno a Rosciolo e l’altro ad Albe, tanto che le tre opere, diverse solo un po’ nelle dimensioni e in qualche particolare, possono dirsi dello stesso artefice.
Uno splendido primo piano del rosone gotico della facciata di S. Maria Assunta. |
Demetrio Gianfrancesco, 1980.
Al suo interno, S. Maria Assunta ospita numerosi quadri e affreschi di inestimabile valore. Qui si possono vedere tra le statue della Madonna e di S. Antonio. |
Notizie: La chiesa di S. Maria Assunta (già S. Franco) sorge sullo sperone roccioso che chiude ad oriente l'abitato di Assergi. La chiesa mostra oggi un volto essenzialmente tardo romanico ma le sue strutture testimoniano ancora un passato artistico complesso ed articolato che ha visto nel corso dei secoli il succedersi di tanti e svariati interventi architettonici: ampliamenti, restauri, consolidamenti, ammodernamenti ed infine un discusso restauro in stile. In luogo di un più antico monastero, probabilmente dedicato a S. Maria in Selice, nel 1150 è edificata la nuova chiesa per volontà del vescovo di Forcona Berardo, come ricorda un piccolo cartiglio di pergamena rivenuto nella demolizione dell'altare dedicato a S. Egidio alla fine del Settecento; le strutture di questa primitiva chiesa, in seguito dedicata a S. Franco (eremita nato a Roio nel 1156 e morto santamente tra il 1220 e il 1230), possono essere individuate nella cripta dell'odierna S. Maria Assunta.
Una delle tre navate centrali. |
La cripta è stata ricondotta alla sua "primitiva severa bellezza" (Gianfrancesco D, 1980) dai restauri condotti dalla Sovrintendenza tra il 1965-66, durante i quali furono elimiate le decorazioni barocche settecentesche. La cripta mostra oggi un impianto a tre navate con archi a tutto sesto e copertura a volta a crociera; i fusti delle colonne monolotiche si ergono senza base e sostengono dei larghi capitelli, due dei quali dalla "forma cubica pulvinata" (Gavini, 1937), gli altri scolpiti con un irregolare motivo a dentelli. Su di un capitello è leggibile l'iscrizione ALDO PR ET MONAHI (Aldo presbitero, o priore, e i monaci - Gianfrancesco, 1980).
Sotto la Chiesa, la cripta con l'urna di S.Franco. |
Bellissima immagine dell'urna contenente le ceneri del santo. |
Altre due pregievoli opere sono collocate nella navata sinistra: su un cassone in legno datato 1636, sul quale sono dipinte una Madonna con Bambino e Santi, è adagiata la bellissima scultura lignea raffigurante un'insolita Madonna puerpera riferibile al XIV secolo (vd. sezione Scultura Lignea, L'Aquila). Accanto alla cripta si apre un ambiente diviso in quattro campate da una colonna posta al centro, sulla quale convergono le volte a crociera; attraverso una scalinata si sale alla sagrestia.
Dall'altro lato la Madonna puerpera su cassone di legno del 1636. |
L'interno della cripta è protetto dalla cancellata in ferro battuto. |
Chiesa di S.Maria Assunta - particolare dell'altare. |
La chiesa superiore assume l'attuale impianto a tre navate, "larghissime"e "sproporzionate" come sottolineava il Gavini (Gavini, 1937), tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento. Nonostante a partire del XIII secolo il linguaggio goticizzante si diffonda nella nostra regione, soprattutto tramite la mediazione cistercense, tuttavia assistiamo ancora fino al XIV e addirittura al XV secolo al permanere di una spazialità, di moduli e motivi di sapore essenzialmente romanico, come è possibile riscontrare nella chiesa di S. Maria Assunta ad Assergi. L'interno è stato riconodotto alle forme romaniche in seguito al restauro degli anni Sessanta del Novecento.
Il campanile a vela di S. Maria Assunta. |
Il Gavini che visitò la chiesa barocca lamentava "gli artisti del XVIII secolo non si fecero scrupolo di spiccar volte su quadri dipinti a fresco, di seppellir colonne entro piloni di muratura..." (Gavini, S. Maria Assunta).
Già nel XVI secolo le pareti si erano arricchite di altari, dal momento che la visita pastorale datata 13 ottobre 1577 ne registra ben otto; nel corso del Settecento, oltre le colonne riquadrate in pilastri e la decorazione a stucco, sono aperti quattro finestroni lungo le navatelle ed è innalzata la copertura; ancora nel 1902 si interviene con la "marmoriazione delle colonne, con dorature, con ornati, con nuove pitture" realizzate da Giacomo Cervelli e Giacinto Muzi: tutte opere che il restauro condotto dal Moretti provvederà ad elimiare per riportare alla luce "intatte le strutture romanico-aquilane della fine del secolo XIII" (Moretti, 1972).
La statua lignea di S. Franco donata alla chiesa da Angelo Acitelli. |
Vista centrale della Chiesa. |
Oggi l'interno mostra due file di semplici colonne, archi a tutto sesto ed una copertura con travi di legno a vista; dietro l'altare maggiore apre il semplice giro dell'abside sovrastato da un'ampia monofora; lungo le pareti e sulla superficie delle colonne è possibile individuare vari lacerti di una decorazione ad affresco che in origine doveva far splendere di colore tutta la chiesa.
Statua lignea di S. Franco con gli episodi più importanti della sua vita. |
Alcuni dei riquadri più recenti e meglio conservati sono da alcuni attribuiti a pittori di rilievo come Saturnino Gatti e Francesco di Montereale (secc. XV-XVI). All'interno della chiesa è inoltre possibile ammirare un tabernacolo del 1502 che unisce elementi rinascimentali a motivi gotici, dietro il quale è conservata una Pietà ad affresco, ed inoltre una scultura lignea raffigurante S. Franco, cui fanno da sfondo affreschi del XV secolo che narrano episodi della vita del Santo. Per finire, la facciata mostra, nella terminazione orizzontale e nelle linee del portale e del grande rosone di coronamento, elementi chiaramenti romanici, sebbene sia da datare al Quattocento: ancora una dimostrazione di quanto a lungo il linguaggio romanico abbia imperniato l'edilizia del nostro territorio.
Il tabernacolo del 1502, opera di Michele il Tedesco. |
Particolare di uno degli affreschi. |
Il portale maggiore è fiancheggiato da esili colonnine con i capitelli a foglie di acanto, dai quali salgono gli archivolti a pieno centro decorati con un motivo a foglie e a spirale, inframmezzato da un giro largo e piatto sul quale si scogono ancora lacerti di una teoria dipinta di angeli in volo; non è più visibile la decorazione della lunetta, mentre ben conservato è il rilievo dell'architrave con i tralci della vite che fanno da sfondo all'agnello crucigero e ai due stemmi di Assergi. In alcuni tratti si individuano tracce del colore che in origine doveva rendere molto più vivace tutta la composizione. Il rosone disegna nella pietra una elegante trina traforata e ricorda molto i rosoni di S. Maria di Collemaggio a L'Aquila e di S. Maria delle Grazie di Rosciolo (Aq), tanto da far ipotizzare l'impiego di stesse maestranze. Al XV secolo può datarsi anche il bel campaniletto a vela.
Ci stà 'na cchièsa bbèlla,
ricca d'arte...
che guarda pè lla valla;
...restaurata...,
tra critiche e commenti...
mo' è quàsce còm'à nata.
Dal libro "Scura Mea!"di Angelo Acitelli
due strofe tratte dalla poesia "Asserge Antiche"
Secoli di storia hanno attraversato la chiesa di S. Maria Assunta, dedicata a S. Franco protettore di Assergi. |
Gavini, Carlo Ignazio, architetto, (Roma 1867 - Roma 1936) |
Membro dell'Associazione Artistica dei Cultori dell'Architettura dal 1895, all'interno della quale fu direttore con Edoardo Cannizzaro della commissione per il restauro di S. Saba nel 1900. Collaborò a lungo con la Soprintendenza ai monumenti d'Abruzzo, curando il restauro di varie chiese nel territorio abruzzese. Si devono a lui anche progetti di restauro di edifici sacri in varie località del Lazio. E' autore di numerose pubblicazioni; tra queste si citano i due volumi della "Storia dell'architettura in Abruzzo" pubblicati nel 1927.
Edited by Roberto Carpi
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