poesia: “32 secondi maledetti” di Cristina Spennati

Questa poesia l’ho scritta per il secondo anniversario del sisma… ero andata qualche giorno prima al cimitero a trovare i miei defunti e avevo fatto visita anche alle tombe dei defunti del terremoto… non potete immaginare cosa si prova nel guardare le foto di queste persone e sapere che per loro non ce stata possibilità di fuga dal maledetto destino che si è abbattuto come belva ferocemente su di essi… vi sono adulti, vecchi e bambini, uniti per un tragico gioco del fato… è li che mentre osservi i loro volti tra le lacrime ti chiedi perché? perché non li hanno fatti uscire, perché passavano a rassicurare, perché tante giovani vite spezzate, perché?… e chi mai può dar risposta a queste domande… Ho una sola certezza d’allora, bisogna che sia fatta giustizia per quelle vite interrotte in trenta secondi di buio e follia… ha spazzato via le loro vite e ha distrutto le nostre che se pur sopravvissuti porteremo i postumi per sempre e avremo sempre quella domanda che ci tartasserà per la vita: Perché?

32 secondi maledetti

Il cancello aperto a chi visita i defunti

sprona a entrare in questo mondo sacro,

le tombe sono piene di colori

adornate con tanti bei fiori.

Il luogo di culto,

il luogo dei pensieri,

il luogo dei ricordi e del pianto,

oggi, come ieri,

e come sempre

ormai dal 6 Aprile.

Dal giorno che le anime dei tanti

hanno lasciato spazio ai nostri pianti,

dal giorno che forse, incompetenza e indifferenza,

sono stato il mix della demenza,

che ha stroncato la vita a tanta gente,

che chiusa in trappola, non ha potuto fare niente.

Hanno perito sotto le macerie

giovani, vecchi ed anche bambini,

e se anche ora riposano, tra gli angeli nel cielo

qui in terra, c’è la rabbia che governa,

per queste vite, che non hanno ancora,

giustizia fatta,

per la morte assurda,

per la vita spenta,

per i sogni infranti,

e i desideri rotti,

in soli 32 secondi maledetti.

Se solo l’allarme fosse stato dato,

forse qualcuno si sarebbe salvato,

i bimbi con i propri genitori,

e gli studenti,

avrebbero dormito fuori.

Avrebbe trovato la morte forse qualche anziano

che non si sarebbe esposto al freddo e al gelo,

invece così la morte

ha preso tante, troppe vite.

Ma quelle maledette rassicurazioni

da dove son venute?

chi le ha tirate fuori?

Angeli in cielo

ora guardano in terra

e chiedono giustizia,

almeno quella.

Visto che i sogni non li potranno realizzare,

fate che in pace, almeno, possano riposare,

e che la loro morte serva finalmente,

ad aprire gli occhi chiusi della gente.

Ricostruire così

non serve a niente

se non, a far morire ancora,

gente innocente.

 

Cristina Spennati